Relazione Intercomites sulle questioni dell’integrazione per l'  Integrationsgipfel presieduto dalla Cancelliera Angela Merkel il 14.07.06 a Berlino.

L'Intercomites sarà rappresentato dal Dott. Giuseppe Scigliano.

 

 

1. Disoccupazione e mancanza di qualificazione.

 

 

A cinquanta anni dall’accordo italo - tedesco sull’emigrazione italiana in Germania, il mercato del lavoro non è più caratterizzato da grande disponibilità di posti.

Oggi siamo vicini alla soglia di cinque milioni di disoccupati ed i pochi posti vacanti, sono tendenzialmente riservati solo a personale qualificato.

Le modifiche normative andate in vigore all’inizio del 2005 purtroppo non consentono più una puntuale e differenziata rilevazione del numero dei disoccupati. Si può dire però che al primo Settembre 2005 in Germania vi erano 4.650.046 disoccupati e di questi 667.943 erano non di cittadinanza tedesca.

Da statistiche precedenti è noto che per oltre il 40% dei disoccupati si trattava di persone non qualificate. 

La qualificazione professionale, o meglio la sua mancanza o non adeguatezza, sta creando problemi seri all’intera economia tedesca ed europea.  Oltre alle notevoli problematiche collegate alle condizioni in cui vengono a trovarsi i disoccupati, si sperperano infatti risorse preziose che mancano poi anche per lo sviluppo dell’economia e quindi creazione di nuovi posti di lavoro.

 

 

2. Educazione e scuola

    

Il livello dell'educazione scolastica e della formazione professionale dei giovani italiani in Germania e' uno degli aspetti più preoccupanti della condizione della comunità italiana locale. Nelle classifiche per nazionalità, i giovani studenti italiani sono ai primi posti per quanto riguarda le presenze nelle scuole meno qualificate, le Sonderschulen (le scuole differenziali), ed agli ultimi posti per quanto riguarda le presenze nelle scuole piu' qualificate, i Ginnasi e le Realschulen. Questa situazione resta sostanzialmente invariata da diversi anni, nonostante le denunce e gli interventi di sostegno,  che evidentemente devono essere rivisti, puntando ad uno sforzo nuovo, con strategie di intervento meglio programmate, una migliore definizione dei parametri di valutazione dei risultati, lo sviluppo di programmi finalizzati anche pluriennali, il superamento di interventi sporadici ed a pioggia.

Accanto a questi noti problemi, si segnalano infine le decisioni recentemente prese da diversi Laender (Baviera, Bassa Sassonia) di chiudere i corsi di lingua e cultura straniera da essi fin’ ora gestiti in conformità alla direttiva del Consiglio CEE, n. 486, del 25 luglio 1977.

Nell'Europa unita, nel mondo globalizzato, questa conoscenza non e' solo un diritto da garantire ai nostri giovani, ma una chance in più.

 

 

3. Aspetto sociale e Anziani 

     

 

Gli Italiani  al 31.12.2004 erano  548 194, oltre 65 anni,  41 382, le donne 14 275.

  

La prima generazione che per la Germania significa gli italiani arrivati verso la fine degli anni 50, aveva pianificato una permanenza in loco di qualche anno. Costante, ancora oggi, è il desiderio  dichiarato di voler ritornare. Molti hanno investito i loro risparmi in Italia, soprattutto per  la casa, convinti di questo rientro.

Nel corso degli anni alcuni hanno provato a rientrare in Italia per poi ritornare nuovamente in Germania con un’esperienza negativa in più da dimenticare ( per molti di loro è stato impossibile il  reinserimento affettivo e professionale).

 

Il risultato è che ora siamo confrontati con una schiera non indifferente di pensionati che contrariamente alle aspettative non può più rientrare in Italia.

Non è facile avere ancora dei punti di riferimento familiari o di amicizia e non si conoscono strutture adeguate disposte ad accogliere emigrati.

 

 

4 Discriminazione delle donne 

    

Ancor oggi, in Germania permane una forte contraddizione fra la centralità del ruolo delle donne italiane in relazione al successo economico, ai rapporti sociali, culturali, familiari delle comunità d’appartenenza e il persistere di ampie aree di svantaggio e di fenomeni di discriminazione in ambito sociale, culturale istituzionale, politico. In ambito scolastico le alunne italiane in Germania, pur essendo considerate (e considerandosi) socialmente ben integrate, conseguono risultati alquanto deludenti rispetto alle altre migranti europee e incontrano, poi, difficoltà nell’avvio ai percorsi formativi e/o lavorativi più gravi rispetto a quelle dei ragazzi italiani, benché questi ultimi conseguano risultati scolastici peggiori. Le donne, occupando centri nodali delle reti familiari, associative, sociali, delle comunità emigrate, hanno un ruolo centrale per le sue opportunità di sviluppo.

 

Ma l’impegno per le donne è ancor più necessario. Nell’attuale, perdurante fase di stagnazione economica e di restrizione delle garanzie sociali, che – direttamente o indirettamente – risulta particolarmente gravosa proprio per loro. Nel campo delle tutele previdenziali e assistenziali spesso le donne risultano svantaggiate dalla scarsa conoscenza dei propri diritti, dall’insufficienza delle garanzie concernenti le loro attività nelle aziende familiari, dall’accettazione di lavori precari purché conciliabili con le esigenze familiari, dalla scarsa conoscenza delle opportunità ad hoc esistenti in vari ambiti (creazione d’impresa, qualificazione e ri-qualificazione professionale ecc.). I deficit in questo ambito, particolarmente gravi per le donne più anziane, vanno del resto cumulandosi, già a partire dall’inserimento scolastico - formativo. Come confermano recenti ricerche, le ragazze italiane in Germania, non godono in genere né all’interno né all’esterno della famiglia di validi sostegni che le aiutino a superare gli ostacoli che incontrano e ad accedere ad un adeguato orientamento formativo e lavorativo. Lacune nell’istruzione e nella formazione, d’altro canto, portano pressoché inevitabilmente alla sottoccupazione o alla disoccupazione e, alla lunga, allo svantaggio sociale: per spezzare questo automatismo sono necessari interventi incentrati sulla specificità di genere, che si articolino trasversalmente ai vari settori d’intervento.