Piano Paese per le attività scolastiche in Germania

 IV  Versione (giugno 2005)

 

Premessa:

Il presente documento vuole essere una base di riflessione,  discussione e indicazione operativa  costituente un piano Paese  volto a dare seguiti operativi alle indicazioni emerse in sede di Conferenza Nazionale sulla scuola di Berlino del 9-11 settembre 2004. Le considerazioni ivi riportate restano ovviamente aperte al dibattito con la partecipazione degli attori coinvolti, e, nella presente versione, lo riflettono. Gli argomenti sono divisi tra grandi aree tematiche: A, corsi di lingua e progetti bilingui; B successo scolastico, sostegno e recupero; C dedicata agli strumenti (enti, finanziamenti e anagrafe/moltiplicatori)

 

Sintesi:

Mentre si danno per acquisiti i dati d’insieme (condizione della collettività scolastica italiana, risorse) ampiamente discussi in sede di conferenza di Berlino, il Piano Paese si concentra su  linee operative già oggi perseguibili dalla rete Germania basate su alcuni fili conduttori:

Il  primo è dato dalla strategia, già evidenziata in sede di conferenza sulla Scuola di Berlino, di integrare  la nostra azione nella realtà  e nelle tendenze di riforma del sistema scolastico tedesco, dacché solo lì potremo trovare la necessaria collaborazione per avvicinarci ad una vera integrazione scolastica della collettività. Di qui gli obiettivi prioritari di perseguire realisticamente, ma sistematicamente  l’integrazione dell’insegnamento della lingua italiana nel contesto scolastico tedesco e di promuovere il successo scolastico in maniera integrata alle politiche tedesche di  alfabetizzazione precoce e di miglioramento dell’offerta formativa.

Il secondo filo conduttore è rappresentato dalla proposta di uno sforzo congiunto non solo degli Uffici consolari, ma, su base volontaria, di tutte le realtà istituzionali e associative della collettività per promuovere una capillare sensibilizzazione delle famiglie, vera chiave di volta di un nuovo rapporto con la scuola.

Il terzo filo conduttore è di natura metodologica e mira a promuovere una progettualità sistematica, caratterizzata da una trasparente utilizzazione delle risorse secondo parametri quanto più possibile leggibili di costi e benefici, accompagnata da un monitoraggio realistico dei risultati. 

 

 

A. lingua e cultura italiana e progetti bilingui.

 

1.Contesto

I corsi di lingua e cultura italiana sono oggi offerti in Germania in parte dai Länder tedeschi in applicazione della direttiva 486/77, in parte dall’Amministrazione italiana direttamente, in parte da enti su finanziamento prevalente dell’Amministrazione. I problemi principali sono rappresentati da un disimpegno crescente da parte tedesca, che rischia di imporre alla parte italiana costi di copertura insostenibili, dalla difficoltà di monitorare i risultati dei corsi, dal carattere facoltativo di questi ultimi.

 

L’applicazione della direttiva 486/77, art. 3 sull’insegnamento della lingua d’origine si presenta in maniera estremamente differenziata tra i diversi Bundesländer e dovrà necessariamente essere oggetto di una trattazione diversificata.

 

Ovviamente, per i Länder maggiormente attenti all’applicazione della direttiva (Nord-Reno-Westfalia, ma anche la politica di questo Land potrebbe cambiare a seguito del cambio di Governo regionale) la priorità è di valorizzare il loro impegno e comunque di esercitare ogni possibile azione per facilitarne il mantenimento [per i seguiti Consolato Generale in Colonia].

 

Per le situazioni di insoddisfacente applicazione della direttiva  l’Ambasciata ha commissionato un parere giuridico, da cui emerge che, mentre una contestazione delle modalità di applicazione della direttiva non troverebbe nessun riscontro da parte della Commissione Europea, rimane aperta la strada di una contestazione giuridica di quello che dovesse configurarsi come un totale o quasi totale disimpegno di un singolo Land. Tale contestazione potrebbe essere effettuata sia da un singolo che da un’associazione che si configurasse come parte danneggiata dalla violazione della Direttiva, sia dall’Amministrazione.

 

In ogni caso occorre riconoscere  che si è di fronte ad una tendenza al disimpegno di un numero crescente di Länder non tanto nei confronti dell’italiano, ma delle lingue d’origine in generale, dove, pur senza giungere ad una totale eliminazione dei corsi, non si intende più  mantenere l’offerta al livello precedente. Su tale politica occorrerà in primo luogo monitorare anche con proiezioni per i prossimi anni, l’evoluzione del disimpegno.

[Per i seguiti Consolati Generali in Francoforte, Hannover, Monaco di Baviera]

 

Non si può escludere che, alla luce di tale evoluzione, alcune situazioni giustifichino il ricorso ad una contestazione giuridica, ma tale decisione andrà presa semmai, come estrema ratio, solo alla fine di un percorso negoziale ad esito negativo, dacchè anche una decisione comunitaria difficilmente potrebbe dettare specifiche condizioni di adempimento, rimanendo quest’ultimo nella potestà dei Länder.

 

Di fronte invece alla prospettiva di un disimpegno parziale da parte tedesca, si ritiene opportuno adottare una strategia volta, oltre che a rallentarne il ritmo, a far forza sulle peculiarità dell’italiano, che, oltre ad essere lingua “etnica”, può riscuotere anche un interesse oltre tale sfera, come dimostrato dal successo dei progetti bilingui. In sostanza si ritiene che, ove il modello della “Mutterspracheunterricht” (c.d. corsi etnici) entri in crisi, l’impegno tedesco nei confronti dell’italiano nel lungo periodo possa essere meglio mantenuto nella misura in cui l’offerta di italiano sia integrata nelle scuole e sia desiderata sia dalle famiglie italiane che da quelle tedesche. Certo non ci si può nascondere che nei prossimi anni l’Amministrazione italiana sarà chiamata a rispondere almeno parzialmente con propri mezzi a una domanda non più completamente coperta da parte tedesca anche in Länder dove ciò oggi non accade. Anche in questo caso, si ritiene tuttavia preferibile intervenire all’interno dell’offerta formativa delle scuole piuttosto che all’esterno di essa. Ciò sia per la maggiore strutturazione di corsi così proposti,  sia per catalizzare su di essi anche un interesse tedesco che possa auspicabilmente condurre ad un sostegno finanziario con status diverso rispetto ai quello per i corsi “etnici” inevitabilmente destinato a comprimersi.

 

2. Negoziato con i Länder

In merito a tali questioni, si propone pertanto di avviare con i rispettivi Kultusministerien  un percorso negoziale [per i seguiti Consolati Generali a Francoforte, Hannover, Monaco, Stoccarda], in cui occorrerà non puntare necessariamente su specifiche formule o soluzioni, ma su opzioni che comunque portino dei benefici concreti al bacino di utenza italiano. A titolo esemplificativo:

 

 

a.       il mantenimento quanto più possibile prolungato nel tempo dei corsi attualmente organizzati dai Länder anche con un diverso status purchè sia salvaguardata la frequenza dell’utenza italiana.  Tale richiesta è importante, anche in via preventiva, verso i Länder che hanno manifestato una tendenza al disimpegno rispetto al modello attuale (in particolare in Baviera e, in propettiva Assia e Bassa Sassonia,); ove i Länder non fossero disponibili ad assicurarne il mantenimento sotto forma attuale di sostegno alla lingua di origine, in quanto non più corrispondente alle politiche scolastico-linguistiche del Land, sarà a quel punto opportuno proporre l’impiego  degli insegnanti per corsi di lingua e cultura italiana come offerta formativa anche a diverso titolo, purchè essa sia effettuata presso bacini di utenza a forte presenza italiana. Esemplificativo è, a questo proposito, il caso della Baviera, in cui il Governo del Land intende eliminare i corsi di lingua e cultura di origine,e, contestualmente reimpiegare gli insegnanti in AG (gruppi di lavoro) di italiano e in cui la nostra richiesta è quella di prevederne l’istituzione a) presso scuole con un bacino di utenza italiano; b) consentendone la frequenza anche ad alunni italiani di altre scuole.  [per i seguiti Consolato Generale di Monaco di Baviera e da verificare per Francoforte ed Hannover];

b.      Laddove siamo o saremo noi ad organizzare i corsi, si potrà proporre l’integrazione dei corsi nell’orario scolastico ordinario di scuole a forte presenza italiana, la mattina per le Grundschulen (esiste già un certo numero di casi nel Baden-Württemberg) e il pomeriggi per le scuole a tempo pieno: l’offerta pomeridiana di queste ultime è infatti, nella maggioranza dei casi, comprensiva di corsi proposti da soggetti esterni alla scuola (associazioni, enti privati, chiese, etc.) in cui potrebbero inserirsi i nostri corsi (ovviamente aprendone l’accesso anche agli scolari tedeschi). Questa Ambasciata ha predisposto una presentazione a carattere generale che gli Uffici consolari potranno utilizzare con i Kultusministerien dei Länder dove offriamo corsi di lingua e cultura italiana e poi anche direttamente presso i comuni e le scuole dove più forte è il nostro bacino di utenza. Anche ove non fosse possibile negoziare una partecipazione finanziaria tedesca, tale sviluppo rappresenta una potenzialità di inserimento dell’italiano se non nel curricolo almeno nella programmazione ordinaria di un crescente numero di scuole tedesche, che del resto, se non sfruttassimo, rischierebbe di farci scivolare sempre più ai margini. Infatti, con l’estensione dell’orario scolastico fino alle quattro del pomeriggio lo spazio per i corsi extrascolastici che offriamo oggi verrà inevitabilmente a ridursi. Da tale integrazione, anche sotto forma di AG (quindi non obbligatoria) risulterebbe una maggiore stabilizzazione dell’utenza (non costringendo gli alunni a tornare prima a casa e poi a scuola) nonché una maggior valorizzazione integrativa dell’insegnamento dell’italiano, per il quale potrebbe essere negoziato un riconoscimento in pagella sotto la voce “Annotazioni”. Non si intende d’altro canto promuovere un’integrazione “selvaggia”dei corsi, né tantomeno giungere all’esito di un aumento dell’utenza tedesca a scapito di quella italiana: ogni progetto di integrazione, oltre ad offrire della garanzie di stabilità, dovrà partire da scuole con un bacino di utenza attuale o almeno potenziale sufficiente a giustificare l’apertura di un corso in base ai normali criteri (ad es. l’istituzione di un corso in una scuola elementare frequentato da 7 bambini italiani, ma sita in un zona con un bacino di utenza maggiore, che possa quindi proporsi nel corso degli anni alle famiglie italiane della zona come scuola di riferimento per le iscrizioni di bambini italiani, oppure l’istituzione di un corso in una scuola a tempo pieno frequentata da 6 bambini italiani, che però sia aperto anche ai bambini italiani che frequentino altre scuole della zona non a tempo pieno). Per situazioni con forte interesse della scuole tedesche ai corsi di lingua e cultura, ma con presenza non altissima di bambini italiani, potrebbe essere esplorata la possibilità di un accordo della scuola con l’Istituto di Cultura per un corso gratuito rivolto agli alunni della scuola (e aperto ai bambini italiani anche di altre scuole) in cambio di una disponibilità di aule all’Istituto per corsi per adulti, il cui ricavato andrebbe a finanziare il costo del corso scolastico. Presupposto imprescindibile per la strategia di integrazione dei corsi è l’ottenimento dai Kultusministerien dei dati sul numero di bambini italiani frequentanti i singoli istituti e una pianificazione dell’offerta su tale base. Su tale base conoscitiva potrà essere negoziata con il Kultusministerium una formula progettuale da proporre poi alle singole scuole. Queste ultime potranno essere motivate anche proponendo, ove possibile, assistenza nell’individuazione di scuole partners in Italia, con cui realizzare eventualmente progetti di scambio. Parimenti occorrerà cercare di indirizzare verso queste scuole le risorse rese disponibili dai programmi di scambio di assistenti linguistici. In prospettiva l’integrazione dei corsi potrebbe aprire la prospettiva del cofinanziamento da parte tedesca dei costi di corsi di lingua e cultura, a valere sui fondi per l’offerta formativa pomeridiana nelle scuole a tempo pieno o in AG (essenzialmente Baden-Württemberg, Saarland, Berlino, potenzialmente in Baviera, Assia e Bassa Sassonia); Il cofinanziamento tedesco è peraltro una visione di medio-lungo periodo, quando si fosse stabilizzata una domanda anche da parte dell’utenza tedesca per tali corsi. Strumentalmente sarebbe perdente condizionarvi subito l’integrazione dei corsi nell’orario pomeridiano. In prospettiva, dall’integrazione potrebbe anche partire la spinta per l’introduzione di corsi di lingua e cultura italiana nell’ordinamento scolastico locale nelle scuole con un forte bacino di utenza italiano. Bisogna però essere consapevoli che in generale i cicli scolastici in cui tale introduzione è più agevole (ginnasi dove è prevista un’offerta più ampia di lingue straniere) sono quelli in cui la nostra collettività è meno presente (meno dell’8% degli scolari italiani frequenta il ginnasio); [per i seguiti in particolare Consolato Generale di Stoccarda, Consolati di Friburgo e Saarbrücken, Cancelleria Consolare di Berlino, in prospettiva altri uffici consolari in cui vengano offerti corsi da parte italiana, nonché gli enti gestori di corsi di lingua e cultura. Si unisce in allegato una presentazione-tipo del progetto in lingua tedesca (All.1) ].

a)       Un maggior impegno, a prevalente carico tedesco, per l’apertura e/o la prosecuzione di progetti bilingui in scuole con un rilevante bacino di utenza italiano.  I progetti bilingui riscuotono interesse anche da parte tedesca per il loro valore pedagogico, e rappresentano un esempio di sviluppo paritetico delle due lingue con evidenti implicazioni sul piano dell’integrazione. La controindicazione è data dai maggiori costi, che finiscono per gravare in larga misura sul nostro impegno a fornire docenti  madrelingua, il quale non si ritiene possa essere ulteriormente ampliato per nuovi progetti, a meno che non rappresenti un investimento limitato e non certo paritario a quello tedesco, eccetto ove vi sia la garanzia di un aumento delle risorse sul contingente o di apposito finanziamento. In ogni caso dovrà essere indispensabile concordare con le Autorità tedesche criteri chiari per assicurare che il bacino di utenza sia italiano in una proporzione prossima al 50%. Comunque, di concerto con la Rappresentanza della collettività, Intercomites e CGIE Germania, il contributo che il cap. 3153 potrà prevedere per progetti di tale natura dovrà essere proporzionale al numero dei bambini italiani utenti e omogeneo alla quota media normalmente investita per i bambini utenti dei corsi di lingua e cultura (500 Euro pro-capite). [per i seguiti, tale opzione è, in linea di principio, da perseguire per nuovi progetti bilingui qualora l’interesse venga chiaramente manifestato da parte tedesca, in quanto quest’ultima dovrebbe assumersene l’onere principale].

b)      La possibilità di promuovere il bilinguismo negli asili è anch’essa condizionata ad un prevalente sostegno tedesco, le risorse italiane potendo essere solo un limitato complemento e comunque condizionato alla presenza di una forte utenza italiana. Per il bilinguismo negli asili, almeno a giudicare dalle esperienze di Berlino e di Francoforte, vi è un maggiore spazio rispetto al programma scolastico curricolare. Si tratta di un ambito in cui non possiamo investire grandi risorse finanziarie (da verificare la possibilità di ottenere un contingente di insegnanti della scuola dell’infanzia) ed è  vero che tali esperimenti sono spesso relativi ad asili privati, ma essi, in molti Comuni, godono di sostanziali contributi pubblici tedeschi. Comunque, di concerto con la Rappresentanza della collettività, Intercomites e CGIE Germania, il contributo che il cap. 3153 potrà prevedere per progetti di tale natura dovrà essere proporzionale al numero dei bambini italiani utenti e omogeneo alla quota media normalmente investita per i bambini utenti dei corsi di lingua e cultura (500 Euro pro-capite). [L’investimento prioritario è in realtà  di risorse umane per la realizzazione del progetto, il quale non può che venire in definitiva dalla collettività stessa, o da sue realtà associative, dato che, nella maggior parte dei casi, postula un’associazione che amministri l’asilo. Operativamente si suggerisce di verificare il regime dei contributi pubblici ad asili privati nei comuni a maggior popolazione italiana e poi, anche attraverso i Comites, promuovere la creazione di associazioni dei genitori che possano farsi portatrici del progetto. In alcune realtà potrebbe essere più opportuna la proposizione di progetti bilingui negli asili già esistenti attraverso la formazione delle educatrici,  magari verificando ove vi sia già personale bilingue. Si allega a questo proposito la documentazione di un progetto della Caritas di Bad Sickingen, che è riuscita ad introdurre l’italiano in una rete di asili locali, a prevalente carico tedesco [per i seguiti tutti gli Uffici consolari, e i Comites e gli enti gestori].

c)       In casi di disimpegno (semi-)totale che ci costringa a subentrare con corsi da noi organizzati, una richiesta negoziale “di bandiera” può essere rappresentata da un contributo finanziario analogo al modello Baden Württenberg, con un impegno quantitativo più proporzionato alle effettive necessità; si ritiene comunque che tale obiettivo negoziale non possa essere realisticamente conseguito se non attraverso un vero e proprio contenzioso.

 

3. Misure organizzativo-gestionali per i corsi di lingua e cultura.

Anche a prescindere dal rapporto con la scuola e le Autorità tedesche, l’Amministrazione italiana resta comunque responsabile, quando non direttamente della loro organizzazione, della pianificazione, della supervisione e del monitoraggio dei corsi di lingua e cultura (per gli aspetti di gestione finanziaria si rinvia alla sezione C.).

Come preannunciato in sede di Conferenza Nazionale sulla Scuola di Berlino, si intende varare un nuovo strumento di monitoraggio dell’attività, nelle sue condizioni di contesto e nelle sue ricadute pedagogiche concrete, attraverso un diagnostico che periodicamente possa fotografare un set predeterminato di competenze linguistiche dell’utenza e verificarne l’evoluzione. Si fa riferimento a tale proposito al documento proposto in allegato. Tale diagnostico dovrebbe essere realizzato da un’Università italiana con comprovata esperienza progettuale in tale ambito e in Germania. A tale proposito si è preliminarmente identificata la Ca’ Foscari. Uana prima bozza del progetto si trova in All.2 [per i seguiti, Ambasciata, Ufficio Sociale e Ufficio Scuola].

 

A tale ultimo proposito si è già avviata un azione di rafforzamento dei meccanismi di controllo e trasparenza dei bilanci che si basa principalmente sulla tabella informatica di bilancio già distribuita agli enti, rappresentante uno strumento di lettura e di confronto immediato della struttura della spesa (all.3).

 

 B. Attività di recupero e sostegno

 

Per quanto riguarda i corsi di recupero e sostegno, è indubbio che possiamo contare qui  su una forte attenzione all’insegnamento della lingua tedesca, in particolare nella fase prescolare, del resto indicata come priorità anche nella conferenza sulla scuola di Berlino.

1.     Occorrerà, a tale proposito lavorare soprattutto con la collettività al fine di incoraggiare una frequenza generalizzata degli asili e dei corsi di alfabetizzazione precoce offerti da parte tedesca. Si sarà grati sin d’ora, agli Uffici consolari per ogni azione che vorranno intraprendere in tal senso, sia per accertare le dimensioni dell’effettivo gap della frequenza degli asili da parte dei bambini italiani, sia per ogni forma di sensibilizzazione della collettività in proposito, in collaborazione con i Comites. Tale azione deve essere condotta con assoluta priorità iniziando il più celermente possibile e sollecitando la collaborazione delle Autorità scolastiche tedesche e delle realtà istituzionali ed associative della collettività (per es. mailing congiunti, manifestazioni informative, azioni coordinate attraverso i differenti comunicatori sociali, v. punto C.3).  Naturalmente occorrerà, per una diffusione capillare di tale messaggio anche un forte impegno su base volontaria da parte della collettività stessa (vedasi oltre sotto “Strumenti”). Le famiglie andranno in sostanza sistematicamente incoraggiate ad avvalersi di quanto offerto dalle Autorità tedesche in termini di apprendimento linguistico precoce e comunque a rivolgere formalmente ai competenti Uffici tedeschi domanda per ottenere tale genere di assistenza. Tali domande, anche se rimanessero inevase, sono comunque rilevanti ai sensi della Direttiva 486/77 art. 2, che prevede l’obbligo del Paese ospite ad offrire corsi di introduzione gratuiti nella lingua locale adattati alle esigenze dei figli dei lavoratori migranti EU.  [per i seguiti, tutti gli Uffici consolari/Uffici Scuola, i Comites e le realtà istituzionali e associative della collettività (docenti, enti, Missioni, patronati, associazioni). Si allega copia di un comunicato alle famiglie elaborato dal Consolato Generale a Stoccarda, All. 4].

 

2.     Non possiamo tuttavia nasconderci che tale azione avrà un impatto positivo solo tra alcuni anni e che limitarsi ad essa significherebbe lasciare in difficoltà una generazione di italiani che frequentano già la scuola. Dovremo quindi porre esplicitamente ai Kultusministerien dei Länder tale problema e sollecitare misure di sostegno mirate e una maggiore collaborazione per la riduzione del numero degli invii nelle Sonderschulen.  Ciò nel quadro di una crescente consapevolezza da parte tedesca che il modello di selezione scolastica precoce attualmente in vigore (e di cui la Sonderschule è anche una manifestazione) presenta delle controinidicazioni ormai ampiamente riconosciute. Certo non potremo essere noi a sollecitare un cambiamento su cui il dibattito interno è accesissimo, ma potremo almeno sollecitare che la sua applicazione sia accompagnata da una serie di misure volte a ridurre lo squilibrio strutturale nelle percentuali di alunni italiani che vengono inviati alla Sonderschule. In particolare si potrà richiedere il coinvolgimento sistematico di referenti bilingui nelle istruttorie per l’invio alla Sonderschule, anche per verificare la possibile dipendenza da carenze linguistiche di fenomeni comportamentali negativi e di scarsa concentrazione. Inoltre si potrà richiedere una maggiore collaborazione nel sensibilizzare preventivamente i genitori e nell’invitarli a contattare gli Uffici Scuola e/o gli enti in funzione preventiva. Infine si potrà chiedere di elaborare rilevazioni sul fenomeno e sulla sua distribuzione geografica e cronologica per verificare anche quali fattori e quli azioni siano suscettibili di amplificarlo o di ridurlo [per i seguiti, tutti gli Uffici consolari, si allega copia di un promemoria-tipo in tedesco elaborato congiuntamente da Ambasciata e Consolato Generale a Stoccarda, (All. 5)].

 

3.     In ogni caso è necessario rafforzare il messaggio informativo alle famiglie sui rischi e le implicazioni della Sonderschule e sull’importanza del successo scolastico. A tale proposito si racomda di svolgere azioni analoghe a quelle di cui al punto 1. [per i seguiti, tutti gli Uffici consolari/Uffici Scuola, i Comites e le realtà istituzionali e associative della collettività (docenti, enti, Missioni, patronati, associazioni). Si allega copia di un comunicato alle famiglie elaborato dal Consolato Generale a Stoccarda (All. 6) ].

 

4.     Occorre infine, in questo contesto, interrogarci sul ruolo dell’attività di  recupero e sostegno, finanziata da parte italiana, in primo luogo sulla relazione con le azioni che in molti Länder sono in corso o in progettazione per un sostegno mirato agli alunni con carenze in tedesco. Di esse è anzitutto indispensabile un censimento ed un continuativo aggiornamento. Le iniziative da parte tedesca in quest’ambito sono in aumento, spesso con i finanziamenti di Fondazioni private ed è indispensabile un miglior raccordo. Il nostro obiettivo deve essere quello di realizzare direttamente solo azioni complementari od integrate a quelle offerte da parte tedesca. In quest’ottica una funzione degli enti dovrebbe anche essere quella dell’orientamento delle famiglie italiane, sul territorio, ad avvalersi dell’offerta di sostegno da parte tedesca e a proporsi essi stessi come erogatori di attività di sostegno finanziata da parte tedesca, presentando progetti di questa natura agli enti finanziatori tedeschi. Di tale attività degli enti si terrà conto nel valutarne i risultati conseguiti (purchè anche gli alunni orientati verso l’offerta tedesca vengano adeguatamente monitorati) e la capacità di mobilitare risorse proprie (in relazione ai progetti realizzati su finanziamento tedesco). [per i seguiti, Uffici Scuola ed Enti]

 

5.     Inoltre appare necessario 1) riesaminare i criteri in base ai quali vengono organizzati i corsi per pervenire a delle situazioni non uniformi, ma quantomeno comparabili. 2) Inoltre occorre sperimentare forme di maggior responsabilizzazione dei genitori dei bambini che ricevono il sostegno, anzitutto modificando l’approccio finanziario (da “il sostegno è gratis tranne che per la quota chiesta ai genitori” a “questo corso costa …. di cui lo Stato italiano copre il ….%), ma soprattutto accompagnando il sostegno a delle forme di impegno dei genitori per es. attraverso un “contratto”, che possa prevedere un’attenzione più assidua all’attività scolastica dei figli, e una maggiore attenzione ai fattori che possono incidere negativamente (modelli comportamentali valorizzanti nei confronti della scuola, visione eccessivamente prolungata della televisione etc.).  Infine 3) occorre ridare attualità all’esercizio di monitoraggio previsto nel Piano Paese 2002, per il quale si è predisposta una nuova scheda – Allegato 7 - che consente di misurare i risultati rispetto agli obiettivi (prevenzione Sondeschule o bocciatura, passaggio ad un ordine superiore di scuola, superamento stabile delle carenze di profitto). [per i seguiti, Uffici Scuola ed Enti].

 

6.     Sarà infine opportuno esaminare, in singoli casi, la possibilità di integrazione tra attività di insegnamento della lingua italiana ed attività di sostegno nella scuola, sulla scorta di quanto sperimentato, apparentemente con successo, in alcune scuole di Pforzheim, dove il docente di lingua italiana nella scuola realizza anche una compresenza di alcune ore durante altre lezioni, realizzando in sostanza un’attività di sostegno in classe per i bambini italiani. Valgono naturalmente le usuali considerazioni sulla necessità che tali progetti siano rivolti a scuole con un forte bacino di utenza italiano. [per i seguiti, Uffici Scuola e Enti; si allega una breve descrizione del progetto di Pforzheim, Allegato 8].

 

 

C. Strumenti e indicazioni gestionali

 

C.1. Risorse

 

Nell’elaborazione del presente documento, si è adottato, come punto di partenza, il dato sulle risorse oggi  a disposizione: da parte italiana ca. 5.300.000 € euro annuali di contributi agli enti gestori e ca. 125 unità di personale della scuola, di cui ca. 105 con funzioni di docenza; da parte tedesca una disponibilità estremamente differenziata tra i Länder a mettere a disposizione proprie risorse per l’insegnamento della lingua e cultura italiana, con una tendenza al disimpegno, ma, al contempo, una consapevolezza della necessità di dedicare maggiori risorse alla scuola, con una forte priorità sull’alfabetizzazione precoce in tedesco.

 

Tale punto di partenza deve essere inteso come una base che bisogna cercare di allargare, anche perché, tenendo ferme le altre condizioni, dovrà aumentare il nostro impegno per i corsi di lingua e cultura in Länder sinora non destinatari di questo intervento. Sarà inevitabile, in questa circostanza, la richiesta di un aumento, realistico, ma reale, delle risorse.  Ciò detto, bisogna avere la consapevolezza che occorre allo stesso tempo adottare decisioni sull’impiego delle risorse date, anche a prescindere dall’accoglimento integrale delle richieste all’Amministrazione italiana e soprattutto cercare di reperirne maggiormente in Germania.

 

Tale aspetto è cruciale per la difficoltà attuale non solo di aumentare, ma anche di mantenere la quota di finanziamento pubblico delle attività scolastiche in Germania, in un contesto in cui si prevede un maggior assorbimento di risorse da parte dei corsi di lingua e cultura (per es. in Baviera).

 

Si impone anche, in tale contesto, una logica di maggior imprenditorialità, con la sollecitazione agli enti, anche in relazione a quanto enunciato nel punto B.4,  al reperimento di una maggior quota di risorse proprie, da far giungere ad una percentuale almeno del 30% per il sostegno e da incoraggiare sia in funzione dell’estensione del servizio, sia per ridurre le distorsioni, anche a livello di utenza (la gratuità del servizio incentiva un’utilizzazione poco motivata dello stesso). L’Ambasciata intende quindi proporre un graduale aumento dei costi a carico dell’utenza,  quanto meno:

1)     acquisto dei libri di testo e del materiale didattico a carico degli utenti dei corsi, con versamento del costo anticipatamente al momento dell’iscrizione, cioè alla fine dell’anno scolastico precedente;

2)     aumento della quota a carico dell’utenza dei corsi di sostegno e recupero ordinari al 40-50% del costo dell’insegnante (ciò comporterà costi più alti per i corsi individuali e più bassi per quelli a piccoli gruppi).

 

Ovviamente da tali contributi dovranno essere esclusi – tranne che per un valore simbolico - i nuclei familiari in situazioni di indigenza, comprovate tramite documentazione che attesti la titolarità di forme di sostegno sociale tedesche (Arbeitslosengeld II, Sozialhilfe). Tali misure, pur scontando alcune proteste, oltre a consentire dei risparmi consentirebbero anche di eliminare i predetti fattori di distorsione, senza del resto andare ad incidere sui connazionali in effettivo stato di indigenza. Su richiesta delle rappresentanze della collettività, Intercomites e CGIE, il costo-base dell’intervento verrà progressivamente ridotto sulla base di categorie di reddito adeguatamente dimostrate da parte dei genitori utenti.

I risparmi permetterebbero di coprire una quota maggiore della domanda – destinata quest’ultima ad accrescersi laddove le Autorità tedesche si stiano disimpegnando – nonché di investire maggiormente nella qualità ed in progetti innovativi.

 

L’Ambasciata predisporrà comunque un decalogo che riassuma in maniera organica le indicazioni e i parametri di gestione e di monitoraggio dell’attività. Esso prevederà anche modalità di controllo a campione delle attività da parte degli uffici scuola. A tale proposito sarà necessario prevedere un congruo finanziamento del capitolo afferente i viaggi di servizio dei dirigenti scolastici, o, in mancanza, l’attribuzione dei costi di solo viaggio afferenti il controllo a campione dei relativi progetti al bilancio degli enti gestori, in proporzione comunque non superiore allo 0,2%.

 

 

 

 

C.1. gli enti gestori di attività scolastiche

 

Il Ministero ha chiaramente dettato una condizione operativa necessaria, ovvero quella di  una maggiore imprenditorialità degli enti. Si tratta in effetti di un’azione che questa Ambasciata sta già promuovendo, sollecitando gli enti ad un confronto serrato sui costi anche in una logica di concorrenza, non solo per un’ovvia esigenza di contenimento della spesa, ma soprattutto per la diffusione di best-practices in termini di efficienza. E’ indubbiamente un passaggio delicato, ma sicuramente inevitabile a fronte della crescita delle esigenze e della limitatezza delle risorse. Soprattutto si tratta di un’evoluzione che non vuole essere punitiva nei confronti degli enti, bensì rappresentare per tutti uno stimolo ad allinearsi, in un contesto trasparente, alle strutture dei costi più “virtuose”, massimizzando quindi i benefici per l’utenza.

In tale contesto è senz’altro necessaria una razionalizzazione, pur non dovendo questa necessariamente rappresentare una riduzione del numero degli enti, ma essenzialmente un allineamento verso il basso del rapporto costi/benefici, ed un allineamento verso l’alto della qualità del servizio, anche attraverso lo cambio e la comparazione delle esperienze. Parimenti essa potrà rappresentare una specializzazione su diversi ambiti territoriali e/o tematici. Sarà invece più difficile giustificare il perdurare del contributo in favore di enti che registrino un forte e ingiustificato disallineamento con altri enti analoghi. In definitiva la razionalizzazione non potrà che rappresentare un riflesso della comparazione dei dati caratterizzanti ogni singolo ente.

 

A tal fine sarà importante:

i) la condivisione delle schede elaborate dall’Ambasciata sulla base dei bilanci degli enti in cui vengono riassunte le strutture dei costi delle diverse attività ed elaborati i loro calcoli pro-capite;

ii) Uno strumento altrettanto importante è la richiesta agli enti di rielaborare il proprio progetto di attività una volta reso noto il contributo ministeriale ed effettuare su tale progetto aggiornato il monitoraggio anche finanziario in sede di rendicontazione.

iii) Infine appare opportuno che nella presentazione dei bilanci preventivi gli enti riportino non solo le macro-voci di costo (es. insegnanti), ma le suddividano anche per le diverse categorie progettuali che vengono a proporre.

iv) Ovvio corollario di tale azione sui costi è un’analoga azione sui risultati, per la quale, oltre a dati di immediata evidenza, l’Ambasciata sta raccogliendo documentazione che possa fungere da base per i criteri da adottare per la valutazione decisa in sede di conferenza sulla scuola. Per il monitoraggio del sostegno ci si riferisce al punto B.5., per i corsi di lingua e cultura ci si riferisce a quanto esposto al punto  A.3 e al documento in allegato 2 [per i seguiti Ambasciata, Uffici Consolari/Uffici Scuola ed Enti]

 

C.3. Anagrafe consolare e rete dei moltiplicatori

 

Tutte le azioni in questione richiedono una nostra capacità di pianificare l’offerta in funzione della domanda presunta. Ciò presuppone una forte e strutturata collaborazione tra anagrafe ed ufficio scuola per poter individuare i bacini di utenza più ricchi e poter contattare in maniera mirata gli interessati.

In primo luogo attraverso lo strumento postale:

Questo vale innanzitutto per i) la campagna di sensibilizzazione alla frequenza degli asili, da avviare il prima possibile per tutte le famiglie con minori nelle fascie di età 0-5 anni.

Può valere tuttavia anche per ii) le azioni di sensibilizzazione sull’importanza del successo scolastico e il rischio Sonderschule e iii) le azioni di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei corsi di lingua e cultura, l’individuazione dell’utenza per progetti bilingui, per le offerte di sostegno e in generale per la sensibilizzazione ai problemi scolastici.

Naturalmente occorrerà pianificare attentamente il piano di comunicazioni, alla luce anche dello sforzo finanziario di campagne di mailing molto vaste, cercando per quanto possibile di veicolare tutti i messaggi rilevanti in una sola comunicazione e di iv); sollecitare il consenso delle famiglie ad essere inserite in una rete di comunicazione sui problemi scolastici che possa essere condivisa anche con soggetti esterni qualificati (uffici tedeschi, enti gestori, etc.)

 

Ovviamente non è immaginabile che le azioni di sensibilizzazione di cui parliamo possano essere condotte esclusivamente per posta. Né che le necessarie attività di sensibilizzazione di base possano essere svolte direttamente dagli Uffici consolari o dagli Uffici scuola.  Sarà necessario invece provare a  lavorare in collaborazione con i corrispondenti consolari, i Comites, gli enti, le Missioni, i patronati e le  realtà associative locali, per creare una rete di moltiplicatori che possa svolgere, oltre alla rete dei docenti, su base volontaria, tale sensibilizzazione. Non ci si nasconde i limiti di una impegno volontario, ma esso è ineludibile se si vuole raggiungere capillarmente le famiglie.

I moltiplicatori potrebbero configurarsi attraverso tre profili: anzitutto,  per i corsi di lingua e cultura , occorrerebbe favorire la designazione di un rappresentante dei genitori, che possa fungere da interlocutore nei confronti degli insegnanti, degli enti e dell’Amministrazione per questioni relative ai corsi e, auspicabilmente, svolgere anche un’azione di sensibilizzazione nei confronti degli utenti attuali e potenziali dei corsi stessi nella zona; un secondo profilo potrebbe essere quello di connazionali pensionati che possano svolgere, su base volontaria, un’azione di sensibilizzazione più complessa e generalizzata nei confronti delle famiglie [per i seguiti, tutti gli Uffici consolari/Uffici Scuola, i Comites e le realtà istituzionali e associative della collettività (docenti, enti, Missioni, patronati, associazioni)].

 

C.4 Prospettive

In sede di consultazione con le rappresentanze della collettività, Intercomites e CGIE, è emersa una indicazione fortemente maggioritaria da parte di queste ultime ad affrontare anche la questione di una diversa organizzazione del personale docente impegnato nei corsi di lingua e cultura italiana, che risente oggi della dicotomia, per l’erogazione di un medesimo servizio, tra personale docente di ruolo e personale assunto dagli enti gestori. La proposta formulata in tale sede consiste nell’affidare le attività di docenza nei corsi a docenti assunti in loco secondo modalità concorsuali e sulla base di requisiti analoghi a quelli per i docenti della scuola assunti in Italia, con un rapporto di lavoro a contratto, dipendenti dagli Uffici Scuola dei Consolati. Tale proposta coniugherebbe il raggiungimento di uno status unitario dei docenti, una loro diretta dipendenza dall’Ufficio Scuola e un risparmio nei costi rispetto ai docenti di ruolo inviati dall’Italia.. Essa presenta ovviamente una serie di implicazioni normative e finanziarie, che di certo non possono essere compiutamente valutate se non dall’Amministrazione centrale, di concerto con il MIUR.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALLEGATI

 

All. 1. Aide Memoire Maßnahmen und Vorschläge zur Verstärkter Zusammenarbeit hinsichtlich der Kurse italienischer Sprache für italienischen Schulkinder.

 

All. 2. Elementi per un progetto di rilevazione dell’evoluzione delle competenze linguistiche degli alunni dei corsi di lingua e cultura italiana finanziati dallo Stato in favore di alunni italiani in Germania

 

All. 3 Scheda di pianificazione finanziaria enti scolastici

 

All. 4 Comunicato consolare di sensibilizzazione per la frequenza agli asili

 

All. 5 Vorschläge für eine systematische Zusammenarbeit zwischen Schulbehörde und Konsulat zur Vermeidung von Schulproblemen

 

All. 6  Comunicato consolare di sensibilizzazione per i problemi scolastici

 

All. 7 scheda di monitoraggio dei corsi di sostegno

 

All. 8 Tandemunterricht (progetto Pforzheim).